La formazione è il motore principale di emancipazione personale e sociale. Nel progetto DIKE, questo principio si è tradotto in attività mirate a:
- Fornire competenze professionalizzanti: percorsi pensati per essere utili sia durante la detenzione che al momento del reinserimento lavorativo;
- Sensibilizzare sull’igiene e sulla sicurezza sul lavoro, fondamentali per costruire una consapevolezza professionale;
- Promuovere la socializzazione e migliorare la qualità della vita all’interno del carcere.
I percorsi formativi attivati hanno incluso:
- Alfabetizzazione informatica, per colmare il divario digitale;
- Certificazione HACCP, utile nel settore alimentare, garantendo competenze certificate spendibili sul mercato del lavoro.
La famiglia come risorsa: un legame da ricostruire
Un aspetto cruciale del progetto è stato il focus sulla famiglia. La detenzione non solo priva i detenuti della libertà, ma spesso spezza legami fondamentali per il loro equilibrio e il reinserimento sociale. Secondo Alain Bouregba, mantenere i legami familiari riduce significativamente il rischio di recidiva.
Particolare attenzione è stata data ai padri detenuti, aiutandoli a riflettere sulle proprie scelte e sull’impatto che queste hanno sui figli. L’obiettivo? Promuovere una genitorialità responsabile, capace di rispondere ai bisogni affettivi ed educativi dei più piccoli.
Raccontare la detenzione: le voci dei protagonisti
Grazie ai video podcast realizzati da Radio I-Next, i detenuti hanno avuto l’opportunità di raccontare in prima persona il proprio cammino di crescita e riflessione. Queste testimonianze offrono una finestra sulla loro realtà, evidenziando il valore di percorsi rieducativi che puntano su empatia, responsabilità e rinnovamento.
Promuovere il benessere: un diritto per tutti
“DIKE” non si limita alla formazione professionale, ma si impegna a migliorare il benessere dei detenuti, considerato un diritto essenziale anche in contesti di privazione della libertà. Le buone pratiche promosse nel progetto puntano a prevenire l’esclusione sociale e a costruire una prospettiva di vita migliore, dentro e fuori il carcere.
“DIKE, dentroltre le sbarre” dimostra che la detenzione può diventare un momento di riflessione e cambiamento. Con formazione, ascolto e supporto, è possibile costruire ponti verso una società più inclusiva e responsabile, in cui il reinserimento non sia un’utopia, ma una realtà concreta.
La Coop. IL SOGNO tramite il progetto Radio I-Next ha portato, per la prima volta, il suo know-how radiofonico all’interno del carcere, rafforzando la sua missione di promuovere i valori di legalità e cittadinanza attiva. Il progetto iNEXT, ricordiamo che si svolge in un bene confiscato alla criminalità organizzata, che funge da luogo fisico, comunitario, ma tendenzialmente multimediale, per informare attraverso i nuovi media di comunicazione. Durante la diretta registrata, sono state condivise le voci dei detenuti, che hanno raccontato le loro storie in interviste toccanti e significative.
Questo approccio riflette la volontà della radio di dare spazio e voce a chi spesso è invisibile, favorendo il dialogo e la riflessione sui temi della giustizia e del reinserimento sociale. Radio I-Next si conferma così un importante strumento per trasformare spazi in luoghi di educazione e cambiamento positivo, utilizzando il mezzo radiofonico per costruire ponti tra mondi diversi.
Buon Ascolto
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Progetto DIKE – “dentroltre” le sbarre Radio iNext
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